11 gennaio 2021

La nostra danza con Huruy

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Caro Huruy, inutile dire che ci mancherai, che ci mancheranno i tuoi scherzi, le tue risate, la tua ironia così simile alla nostra, i tuoi occhi vispi e dolci, il tuo “così non va bene” e il tuo chiedere scusa; ci mancherà il tuo accoglierci in turno e le tue chiacchiere folli, la tua intelligenza, la tua forza ma anche la tua fragilità.

Ci mancherai in questo e in tutto ciò che ha fatto parte di questi mesi, ma, nonostante la tua assenza è già forte in noi, tratteremo le lacrime nel vederti andar via restituendoti lo sguardo forte di chi ti dice

“vai avanti e stai bene, noi, se ne avrai bisogno, restiamo indietro a guardarti le spalle”.. Buona fortuna Huruy!

Anche stavolta ce l’avevamo fatta… Sentivamo ormai di poter portare al giovane Huruy l’esperienza di un ricongiungimento familiare già avvenuto per un altro ospite eritreo, accolto l’anno precedente, con la sorella in Germania.

L’esperienza, unita al lavoro dell’Equipe educativa e al sinergico lavoro degli Enti, avrebbe giocato una parte essenziale nel fronteggiare i lunghi tempi di attesa di tali procedure, che un minore può comprendere solo fino a un certo punto.

La cosa si complica se poi si parla non solo di un minore, ma di un minore straniero non accompagnato, dove “straniero” sottolinea la non conoscenza di una cultura e una procedura nuova fatta di persone sconosciute, mentre “non accompagnato” denota, dalla parte del beneficiario, la sensazione di essere SOLO e, dalla parte dell’equipe, un’assunzione di responsabilità, la responsabilità anche di tracciare in qualche modo il futuro di un’altra persona.

E danzando su questi livelli ci siamo posizionati gli uni agli altri collezionando risate, scherzi, leggerezze ma attraversando anche, nei mesi di accoglienza (ben dieci), ritardi, malumori legati alla lunga attesa, intoppi burocratici e a volte disperazione.

Huruy arriva presso la Comunità Alloggio “Casa figli di Dio” in Lacedonia (AV) il 13.07.2017 – nell’ambito del Progetto C.A.SA M.I.A Minori in Accoglienza a volere sui fondi FAMI – con provvedimento del Ministero dell’Interno, dall’hot-spot di Pozzallo in seguito a sbarco nel porto di Ragusa, insieme ad altri ragazzi eritrei, allontanatisi arbitrariamente nei giorni successivi.

Huruy però resiste e, in seguito al colloquio legale, afferma la sua volontà di ricongiungersi al fratello in Svezia. Questi pertanto viene subito contattato e dopo alcune incomprensioni sulla procedura si dice ben disposto ad accoglierlo.

Comincia così un percorso che sapevamo già di poter percorrere soltanto se avessimo camminato insieme, e presto lo imparò anche Huruy. Ma di ostacoli su quel cammino ne abbiamo trovati.

Un primo step arriva dalla Questura, poiché essendo allora minore di 14 anni Huruy non poteva essere sottoposto alla normale procedura di foto-segnalamento, necessaria al Dublino III poiché il sistema non rilasciava automaticamente il solito codice Vestanet.

Riuscimmo pertanto con l’aiuto del nostro Legale di Progetto, l’Avv. Amarilda Lici e l’ufficio immigrazioni di Avellino, nella persona della Dott.ssa Rossana Braca, ad ovviare al problema inserendo manualmente il codice, e precisamente in data 20.09.2017.

Passavano diversi mesi dall’arrivo di Huruy e il ragazzo stanco di aspettare e in seguito ai nostri “Non abbiamo risposte, dobbiamo solo attendere” forse cominciava a non credere più alle nostre parole. Tanti investimenti sfumarono pian piano nella nostra testa quando quella mattina del 20.11.2017 non trovammo Huruy nel suo letto. Era scappato! Non potevamo permetterlo, per la nostra responsabilità e perché sapevamo che solo noi potevamo vedere alla fine della strada dove Huruy non poteva ancora arrivare.  Tentammo, chiamandolo, di convincerlo a tornare e anche qualcuno dei suoi amici ci diede una mano.

Col passare dei giorni Huruy saliva su per l’Italia arrivando a Milano. Più si allontanava più vedevamo i nostri sforzi e il nostro lavoro fallire, ma fortunatamente le telefonate col nostro coordinatore, la Dott.ssa Elena Romano, e col tutore, Mirko Mastrogiacomo, sortirono qualche effetto in Huruy che il 24 tornò a Lacedonia prelevato alla stazione di Napoli da un educatore.

Nel riaccoglierlo, triste e a testa bassa, forse avevamo non rispettato i “criteri” del Progetto, preoccupato di lanciare a tutti gli altri beneficiari un cattivo messaggio di accoglienza col ritorno in Comunità, in seguito a una “marachella” del genere. Noi sapevamo che di passi ne avevamo fatti tanti e che Huruy era ancora in grado di farne altri accanto a noi, dopo avergli chiarito che forse stavamo procedendo a minima velocità ma che comunque stavamo andando.

E quello infatti fu il vero aggancio di Huruy al Progetto che gli consentì di portare ancora un po’ di pazienza prendendo da noi tutto ciò che nell’attesa avevamo da offrirgli. Ricordo il giorno che ci rispose positivamente l’Unità Dublino, il 21.02.2018. Huruy era sul suo letto ad ascoltare musica: “Huruy…..vai in Svezia!”. Sembrava confuso e forse a quello che aveva tanto sperato non ci credeva ancora. Oltre alla gioia che pian piano emergeva sul suo volto sempre più sorridente, pensammo in cuor nostro che forse il nostro piccolo simpaticone era anche un po’ preoccupato di dover ricominciare.. ma questa volta sarebbe stato diverso.

Non avrebbe avuto difficoltà a fidarsi, avrebbe visto finalmente suo fratello, avrebbe potuto nuovamente sentirsi a casa seppur a km di distanza dalla sua terra. Non sarebbe stato più da solo ma parte di un progetto più ampio, con accanto una cura familiare che avrebbe su di lui investito per un futuro migliore, quello che anche noi di lì a breve avremmo delegato ad altri e che sapevamo di aver contribuito a costruire per una svolta decisiva sul suo cammino.

Tuttavia, nel dargli questa informazione sapevamo di dover andarci cauti e che a quella bellissima notizia sarebbero seguiti altri tempi di attesa e ritardi rispetto ad alcune comunicazioni sulla partenza date forse con troppa leggerezza, nella speranza di restituirgli un movimento verso la meta.  

Così dopo la richiesta del Tutore, Mirko Mastrogiacomo, al Giudice Tutelare del Tribunale Ordinario di Avellino, per  i ritardi nella partenza che Huruy si chiuse in camera  sconfortato ma circondato, a nostro modo, dall’affetto degli operatori che gli restituivano che ce l’avevamo fatta e che solo il biglietto avrebbe rappresentato il nostro ultimo step.

Quello che in un primo momento ci sembrò una mancanza di fiducia nei nostri confronti rappresentò invece una trasformazione da aggancio in ingaggio. Huruy riaprì di nuovo la porta della sua stanza che era anche quella sua fiducia, e della sua pazienza.

Il 12.04.2018 ottenevamo finalmente il lasciapassare per la Svezia e nell’attesa di questa data, ribattezzavamo Huruy “8 Maggio”, giorno della sua partenza, per ricordare a lui  che questa volta c’eravamo davvero e per ricordare a noi stessi che avremmo dovuto fare i conti con la sua mancanza e lontananza, una distanza diversa dai frequenti trasferimenti in territorio nazionale e di per sé più incisiva ed emotiva. Ma eravamo fieri di essere stati noi , insieme con le istituzioni, ad accompagnarlo a quel bivio, a lasciargli la mano e a dirgli “Ecco, ora vai per la tua strada..”.

 

DIARIO DI BORDO